Guest Post a cura di Francesco Malvestio
Introduzione:

Nella vita, quando dobbiamo prendere decisioni, spesso ci troviamo a navigare in acque incerte, esposti agli imprevisti come il cambiamento dei mercati, le crisi globali e le trasformazioni tecnologiche.
Un classico esempio sono stati gli ultimi anni.
Tra pandemie, guerre, crisi economiche e innovazioni sorprendenti (come l’implementazione dell’AI), sembra che ogni mese ci sia un nuovo cambiamento radicale nelle nostre vite.
E spesso risulta praticamente impossibile considerare tutti questi cambiamenti nelle nostre scelte.
Anzi, soprattutto in ambito professionale, ci risulta difficile capire come “orientare” le proprie scelte in modo da non essere “sopraffatti” da tutti questi cambiamenti.
Ecco perché ti servono dei modelli decisionali per cercare di rendere il tuo processo di decision making più facile e con risultati migliori.
In questo articolo ti spiegherò come le aziende possono applicare “l’effetto ridondanza” a loro vantaggio in un mondo imprevedibile.
Inoltre ti fornirò diverse strategie per rendere il tuo business “Antifragile” , rendendolo flessibile ai cambiamenti improvvisi ed alle urgenze, in modo che tu possa gestire “l’imprevisto” in maniera “prevedibile”.
Ma cosa possiamo imparare al riguardo da un sommergibile, da un regista e da un libro?
Continua a leggere l’articolo per scoprirlo!
Affrontare l’incognito
18 giugno 2023.
Il sommergibile “Titan” della società “OceanGate” ha perso il contatto con la sua nave di superficie.
Questo incidente ha avuto luogo mentre la compagnia stava organizzando visite turistiche ai resti del Titanic, offrendo un’esperienza unica legata a questa celebre nave affondata.
In seguito a questo tragico evento, le squadre di ricerca e soccorso hanno recuperato i resti del Titan.
Come puoi ben immaginare, questo evento ha scatenato speculazioni riguardo alle cause dell’implosione.
Tuttavia, rimane l’incognito se la parte di struttura in fibra di carbonio o quella in titanio abbiano avuto il ruolo principale nel provocare questo incidente, oppure se altre circostanze siano entrate in gioco nel causare l’incidente.
Al riguardo non abbiamo risposte definitive, e potremmo non averle mai.
Parlando sempre di sommergibili, vorrei parlarti di un altro veicolo che ha affrontato una missione ancora più impegnativa del Titan: il “Deepsea Challenger”.
Questo sottomarino è stato pilotato nientemeno che da James Cameron, il regista del celebre film Titanic. Cameron, oltre a dirigere il film, era ossessionato dalla storia del Titanic, tanto da aver effettuato oltre 30 immersioni per esplorarne i resti.
Pensa che ha persino dichiarato di aver trascorso più tempo lui sul Titanic rispetto al suo stesso capitano!
Con il Deepsea Challenger, l’obiettivo era ambizioso: raggiungere la famigerata “Fossa delle Marianne”, il punto più profondo dell’Oceano, a circa 36.000 piedi di profondità (circa 11 km), e rimanervi per ore per osservare la vita marina.
Come ti sarà chiaro, è estremamente difficile condurre con successo una missione simile in acque profonde, poiché la pressione estrema dell’acqua può causare numerosi problemi.
Una missione del genere non solo richiedeva un’ottima squadra con un ottimo processo di decision-making, ma anche che fosse resiliente alle inevitabili difficoltà ed in grado di adattarsi ai cambiamenti improvvisi.
Questa considerazione ci porta al punto centrale del discorso: la profondità dei relitti del Titanic, a 12.500 piedi (meno di 4km), rappresenta solo una frazione (1/3 circa) della profondità della Fossa delle Marianne.
Pensa che le creature marina che abitano queste profondità sono adattate a una vita senza ossa, poiché la pressione è così elevata da schiacciare qualsiasi osso.
Inoltre, la difficoltà della missione e l’imprevedibilità degli esiti dipendevano da così tante circostanze, che fino al suo completamento, c’erano costanti incognite su cosa poteva andare storto.
Non so te, ma a me viene spontaneo domandarmi: ma come cavolo ha fatto James Cameron a portare a termine questa missione (apparentemente impossibile) ed a tornare in superficie sano e salvo?
“Prevedere l’imprevisto”
La risposta sta nel fatto che Cameron e la sua squadra hanno collaborato per ben 7 anni con ingegneri subaquei specializzati per realizzare sottomarini come il “Deepsea Challenger”, trattando la realizzazione del progetto come se fosse una missione spaziale.
L’esperienza ha dimostrato che anche i migliori test effettuati in superficie possono risultare insufficienti quando si scende a queste profondità, poiché le sfide impreviste sono all’ordine del giorno.
Infatti, la progettazione di questi sottomarini può dirsi conclusa, solo con la vera “prova del nove”, che consiste proprio nel testare questi mezzi alle profondità che si desiderano raggiungere.
Non ci sono scorciatoie, non ci sono vie di mezzo. Proprio per questo motivo, durante la realizzazione del “Deepsea Challenger” è stato necessario integrare componenti extra ai “punti critici” della struttura iniziale del sommergibile.
In questo modo, tramite la “rindondanza” sui punti critici, la squadra pensava di poter affrontare le situazioni incognite che si sarebbero verificate proprio perché il team si era sforzato di “prevedere l’imprevisto”, migliorando costantemente il sottomarino.
Bene, a questo punto starai pensando che tutto sia andato per il meglio…
Invece no!
Infatti, durante la discesa di due ore e mezza alla Fossa delle Marianne, molte cose sono andate storte: diversi sistemi di navigazione hanno smesso di funzionare e si è provocata una perdita parziale del controllo del veicolo.
Tuttavia, il sottomarino era stato progettato ed integrato (dopo i vari test) con una struttura abbastanza robusta nelle componenti più critiche della superficie, in modo da consentire un ritorno sicuro in superficie. In altre parole, questo mezzo è stato progettato e testato varie volte per affrontare situazioni critiche.
Questa è una delle possibili spiegazioni sul perché il “Titan” ha tragicamente fallito nella sua missione, mentre il “Deepsea Challenger” ha avuto successo.
Infatti, quest’ultimo ha richiesto uno sforzo considerevole per essere realizzato, con numerosi test sulla “tenuta” e le integrazioni aggiuntive.
In questo modo gli ingegneri del “Deepsea Challenger” hanno reso il mezzo “pronto all’imprevisto” ed alle condizioni estreme che si potevano prevedere e riscontrare tramite i test svolti.
La squadra guidata da Cameron ha avuto successo proprio perché non ha “ignorato” le difficoltà o le sfide date dalle condizioni estreme, ma ha provato a prevedere le incognite derivanti da questi ambienti inospitali.
Insomma la squadra è stata resiliente: infatti hanno mantenuto la calma e si sono preparate per le crisi “inaspettate” ed hanno superato l’incidente senza conseguenze negative a lungo termine.
Bene, ma cosa possiamo imparare da quest’esperienza?
Essere Antifragili

Passiamo ora a un fattore che, nel mondo degli affari, ha un impatto simile all’immersione in profondità con un sommergibile: il tempo.
Il tempo porta con sé molte incertezze al di fuori del nostro controllo.
Ogni anno che passa senza grandi cambiamenti, aumenta il rischio futuro di grandi imprevisti, come crisi, pandemie, guerre, cambiamenti normativi o interruzioni tecnologiche.
Per gestire in maniera fruttuosa il passare del tempo, le aziende moderne si basano sull’ottimizzazione dell’efficienza dei processi.
Ad esempio, le aziende manifatturiere adottano strategie come il “just-in-time” per mantenere basse le scorte e ridurre i costi.
Tuttavia, questo approccio presuppone che tutto sia prevedibile, dalla domanda dei clienti, alla capacità produttiva degli impianti e alla disponibilità delle materie prime.
La realtà, però, è che il susseguirsi degli eventi è imprevedibile, proprio come il mare profondo.
La recente pandemia ha dimostrato che gli eventi imprevisti di scala mondiale possono verificarsi dopo decenni di stabilità.
Proprio per per questo motivo, le aziende che hanno seguito l’approccio “efficiente”, con scorte minime per ottimizzare i processi, si sono trovate in difficoltà durante tali crisi.
Questo perché nella fase di decision-making strategico non hanno “previsto l’imprevisto”, cioè non hanno tenuto in considerazione strategie di mitigazione del rischio, come la diversificazione degli approvvigionamenti.
Infatti, la pandemia ha causato chiusure di strutture produttive, interruzioni delle catene di approvvigionamento e una crescente domanda per alcuni prodotti (come le mascherine o i gel disinfettanti).
Le aziende con poche risorse e con personale insufficiente hanno rischiato di fallire (o hanno fallito) per far fronte a questa situazione di emergenza.
Al contrario, le aziende con una maggiore “ridondanza” sono sopravvissute ed hanno “attraversato la tempesta”.
Infatti, queste aziende, consapevoli che “l’imprevisto è sempre dietro l’angolo”, hanno mantenuto scorte più elevate, strutture produttive collocate in diversi paesi e gestito il personale in maniera flessibile, riuscendo a superare in efficienza le aziende che avevano l’altro approccio.
In pratica, nei loro processi di decision making strategici hanno tenuto in considerazione che prima o poi un’imprevisto si sarebbe verificato anche se non avevano ancora dati tangibili a disposizione.
Nonostante fossero meno efficienti rispetto ai “tempi normali”, la loro “ridondanza” ha rappresentato un’enorme opportunità per loro.
Grazie a questa strategia, sono riuscite ad ampliare il loro mercato (offrendo prodotti che non erano disponibili tramite altre aziende) e potere di gestire il prezzo (aumentando i ricavi) durante le crisi.
Per comprendere appieno questa idea di “ridondanza”, possiamo fare riferimento al concetto di “antifragilità” coniato da Nassim Taleb nel suo libro “Antifragile”, che ti consiglio di leggere.
Se invece vuoi “farla facile”, ti consiglio di leggere la mia guida sui migliori 25 principi decisionali per migliorare la tua vita.
Essere antifragili non significa solo resistere agli shock, ma anche trarre vantaggio da essi.

Come rendere la tua azienda antifragile
Bene, in questa sezione vediamo 3 modi pratici per rendere la tua azienda antifragile attraverso la ridondanza.
Ricorda che tutti i consigli che ti darò dovrai adattarli a seconda delle tue priorità ed esigenze.
La cosa che devi tenere a mente è che devi trovare diversi modi per rendere il tuo business antifragile.
Perché questo ti consentirà di “sopravvivere” e sfruttare le difficoltà che si presenteranno.
Ma soprattutto ricorda che i cambiamenti sono sempre dietro l’angolo.
E che avere un “impianto”, un “sistema” già pronto per affrontarli ti darà la possibilità di gestirli al meglio e di ricavare opportunità da tutti questi cambiamenti.
Anche perché i cambiamenti arrivano (spesso senza preavviso), non ce li spiegano, cambiano il mondo e poi “se ne vanno” sostituiti da altri cambiamenti.
Non potrai mai prevedere il futuro, ma ti assicuro che ci saranno dei cambiamenti.
Tanto vale prepararsi in anticipo.
Sei pronto a “prevedere l’imprevisto” e rendere il tuo business e la tua vita antifragile?
Andiamo !
1. Mantieni le tue riserve pronte
Nonostante alcuni investitori possano ritenere che “il denaro contante sia spazzatura” (in inglese: ”money is trash”), è importante mantenere una riserva di fondi.
Questo denaro extra, derivante dai profitti, dovrebbe essere risparmiato per affrontare situazioni impreviste.
È come tenere pronta una “scialuppa di salvataggio” per “tenere a galla” il tuo business, nel caso in cui qualcosa vada storto. Inoltre, queste riserve finanziarie, qualora siano in eccesso, possono essere sfruttate per cogliere opportunità inattese, come investimenti vantaggiosi o acquisti opportunistici.
Questa strategia di decison making, per quanto non “ottimizzata” per il massimo guadagnato, ti assicura di avere una “rindondanza” sufficiente che ti farà sopravvivere o prosperare quando altri si troveranno in difficoltà a causa di eventi imprevisti.
Ecco perché il più grande investitore di tutti i tempi Warren Buffet, mantiene una riserva di denaro contante incredibile nella sua società “Berkshire Hathaway”: stiamo parlando di 147 milardi di dollari!
Direi che se il più grande investitore di tutti i tempi mantiene una liquidità così elevata, potrebbe essere utile pianificare una riserva di denaro sempre pronta per affrontare le emergenze.
Chiaramente questa strategia, così come la prossima, vale anche per i tuoi risparmi o le tue risorse personali.
2. Diversifica le tue fonti di reddito
Concentrarsi su un singolo prodotto o servizio di successo è un approccio iniziale saggio e molto efficiente, ma per mantenersi competitivi nel lungo termine, è essenziale diversificare le fonti di reddito.
Questo protegge l’azienda da un eccessiva dipendenza da un’unica fonte di reddito e la rende più adattabile agli shock del mercato.
Un esempio di ottima diversificazione delle fonti di reddito è Apple.
Infatti, il suo prodotto di maggiore successo, l’IPhone, rischiava di diventare la sua più grande debolezza.
Se anche le vendite di Iphone un giorno dovessero crollare o essere impedite per qualsiasi ragione, l’azienda sarebbe comunque in grado di produrre utili.
Questa “antifragilità” per resistere a “shock di mercato” è dovuta alla strategia ideata e sviluppata da Tim Cook (il CEO dell’azienda) negli ultimi anni, creando molteplici fonti di reddito e un’efficiente differenziazione dei prodotti ed i servizi.
Basti pensare all’enorme successo che hanno avuto in questi anni i vari modelli di “IPad” e tutti i prodotti “wereables” , come le cuffie bluetooth “Airpods” o i vari modelli di “Apple watch” .
Come avrai capito, il processo di decision making dei dirigenti di Apple li ha portati a moltiplicare le fonti di reddito, rendendo praticamente impossibile che l’azienda fallisca per un crollo di mercato imprevisto riguardo un singolo prodotto.
Quindi, quando sei all’inizio della crescita della tua azienda, focalizzati nel creare la prima fonte di reddito stabile, realizzando il miglior prodotto o servizio possibile per il tuo cliente ideale.
Appena avrai fatto ciò, comincia a diversificare le tue entrate di reddito per sopravvivere agli imprevisti o alle crisi di mercato.
Come dimostrato dall’esempio di Apple, la diversificazione può essere cruciale per la sopravvivenza e la crescita a lungo termine del tuo business.
Bene, ora sei pronto per passare all’ultima strategia!
3. Gestire i grandi clienti (e partner)
Come ultimo suggerimento, ti consiglio di evitare di gestire il tuo business trovandoti in una situazione di “Single Point of Failure” (tradotto letteralmente: “Singolo punto di vulnerabilità”).
In Informatica, con “Single Point of Failure” (o “SPOF) si intende una parte del sistema informatico, hardware o software, il cui malfunzionamento può portare ad anomalie o addirittura alla cessazione del servizio da parte del sistema.
”Trasportando” questo concetto nel mondo imprenditoriale, una strategia fondamentale è quella di non rendere indispensabile un’unica fonte, per la realizzazione del tuo prodotto o la generazione del tuo reddito.
Evita di dipendere eccessivamente da un singolo cliente o partner, poiché questa dipendenza potrebbe diventare una minaccia alla tua azienda in caso di cambiamenti nei loro incentivi o situazioni impreviste.
Questa strategia, che sfrutta l’effetto di rindondanza, non ottimizzerà i tuoi costi, ma ti assicurerà di non essere “dipendente” da tutte le incognite derivanti dall’avere un solo cliente
Infatti, un partner della tua azienda (ad esempio un fornitore) potrebbe trovare altri tuoi competitors con cui intraprendere affari oppure potrebbe fallire e non riuscire a rispettare gli accordi.
Oppure un cliente potrebbe trovare delle offerte migliori rispetto alle sue preferenze o alla sua situazione economica e “lasciarti a terra” da un momento all’altro.
E ti assicuro che situazioni di emergenza del genere si verificano di continuo nel mondo degli affari.
Non a caso una “leggenda” dell’advertising, David Ogilvy, ha sempre suggerito alle agenzie pubblicitarie di mantenere un equilibrio nella dipendenza dai grandi clienti.
Un grande cliente o un unico partner potrebbero portarti più profitti o maggiore efficienza, ma sicuramente non ti garantiscono la continuità del tuo business.
Conclusione:

Bene, siamo alla fine di questo articolo! Spero che tu sia riuscito a capire quanto sia importante essere antifragili nel mondo, sempre più interconnesso ed imprevedibile, in cui viviamo.
Spero che le tre strategie che ti ho esposto possono aiutarti a costruire un business antifragile, in grado di resistere alle turbolenze del mercato e capitalizzare sulle opportunità emergenti.
Ricorda che, sebbene la ridondanza possa sembrare meno efficiente in “situazioni di normalità”, si rivela spesso un elemento cruciale per la sopravvivenza e il successo a lungo termine.
In particolare, come abbiamo visto, una strategia saggia per garantire la continuità del tuo business, evitando fallimenti improvvisi, è quella di aggiungere alternative e diversificare prima che diventi inevitabile, evitando così di diventare vulnerabile in situazioni impreviste.
Se questo blogpost ti è stato utile, ricordati di condividere le tue impressioni con me o di condividerlo con i tuoi amici.
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Bene , abbiamo finito! Ci sentiamo al prossimo blog post e ti auguro di essere più antifragile!